La regione è composta da 4 dipartimenti che scendono in verticale da nord a sud: l’Yonne, comprendente il comprensorio di Chablis, soprattutto; la Côte d’Or al cui centro si trova la ridente cittadina di Nuits-Saint-Georges poi Morey-Saint-Denis, Chambolle-Musigny e via via fino al punto di divisione con la Côte de Beaune segnalato in corrispondenza del villaggio di Corgoloin. Questa è la parte di Borgogna dove si producono i grandi Pinot Noir. Nomi celeberrimi e famosi in tutto il mondo per i loro grandi rossi ottenuti esclusivamente da Pinot Noir s’inanellano uno dopo l’altro in questa porzione di Côte. La Côte de Beaune ha inizio dal menzionato villaggio di Corgoloin scendendo con inclinazione sud-sud/est fino a Chagny. La sua importanza non è minore della consorella, non più per i rossi, bensì per i bianchi ottenuti da vitigno Chardonnay. Il punto focale di tale produzione è costituito dai 3 villaggi di Puligny-Montrachet, Chassagne Montrachet e Meursault, all’interno dei quali fanno sfoggio ben 5 Grands cru in poco più di 30 ha. Non va dimenticato il comune di Meursault dove risiedono numerosi Premiers cru. Una sottile striscia, a volte interrotta, unisce la Côte d’Or al Mâconnese. E’ la Côte Chalonnaise. Essa riveste assai minor importanza sia per la qualità dei vini prodotti che per l’esigua entità produttiva. Siamo così giunti nel dipartimento di Saône-et-Loire nella cui parte sud è compreso anche il Mâconnese, zona di grande sviluppo territoriale. Il 4° dipartimento, denominato Rhône, comprende le tre aree di produzione del Beaujolais, nome dato dalla zona e, particolarmente, il comprensorio dei 4 comuni dove si produce il Puilly-Fuissé, bianco eccelso da vitigno Chardonnay.
Quest’anno, la possibilità di visitare tutti i nostri produttori, ha dato a Sarzi Amadè la possibilità di approfondire caratteristiche del territorio, oltre che dell’annata, aneddoti e storia di ognuno di essi.
Alessandro Sarzi Amadè racconta della visita:
“Andare in visita agli amici produttori in Borgogna è sempre un grande piacere ed ogni volta si scopre qualcosa di nuovo. Abbiamo avuto la possibilità di assaggiare tutti i vini dell’annata 2017 e buona parte del 2018, avendo conferma dell’altissimo livello qualitativo raggiunto dai produttori di questa regione. Ripartire per tornare in Italia è stato un vero dispiacere, unica consolazione è la certezza che a breve torneremo!”